IL RISENTIMENTO
“Chi disprezza il suo prossimo è privo di senno” (Prov. 11,12)
Il risentimento o avversione è quel pensiero . quel sentimento che si sviluppa e si prova nei confronti del prossimo nella comunità. Certe forme di opposizione, di risentimento entrano in noi come all’impazzata, in momenti di agitazione, di sconvolgimento e neppure ce ne accorgiamo . Alcuni passano l’intera vita sempre invischiati in tali opposizioni, perché non sanno aspirare a un livello superiore di amore. I più, invece, recuperata la calma, con Dio e con se stessi, vedono crescere tale sentimento come una incongruenza rispetto a ciò che vivono e praticano nel cammino comunitario. Sorge allora l’esigenza di liberarsene quanto prima e di chiarire tutto con il fratello nella comunità.
A quel punto sembra di sentire nel cuore una voce che dice : ” appena vi accorgete di avere un risentimento , siate lieti di potervene liberare… siate felici che la vostra liberazione è vicina “.
Quando si prende coscienza della presenza del risentimento non serve rammaricarsi ; c’è stata in noi una situazione negativa, ora bisogna essere felici per essersene accorti e quindi liberati: basta togliere dal cesto la mela marcia .
“Hai mutato il mio lamento in danza; ” (Sal. 20,12)
Sebbene a volte in noi entra il germe dell’avversione, tuttavia, se il nostro cuore ama la verità, le azioni sincere, l’amore puro, è certo che Dio interverrà .
” Manda la tua verità e la tua luce , siano esse a guidarmi ” (Sal. 42,3)
Questo renderà il nostro cuore limpido, potremo intraprendere un nuovo dialogo con il prossimo nella comunità e pervenire ad un’intesa fraterna che ci permetterà di sviluppare ogni azione e ogni attività nella comprensione e nella confidenza, sentendo nel cuore quella pace che ci rende serena la vita.