RISENTIMENTO E AVVERSIONE
L’argomento odierno volge sul risentimento o avversione; quel pensiero o sentimento che sviluppa e si prova nei confronti del prossimo, nelle comunità. Su questo argomento, a volte, sembra di sentire nel nostro cuore una voce che dice: “appena vi accorgete di avere un risentimento, siate lieti di potervene liberare…siate felici che la vostra liberazione è vicina”. Questo argomento – da approfondire – è veramente importante perché può essere cosa di tutti i giorni e di ogni momento in famiglia, nella strada, sul lavoro, con gli amici, nella comunità; ovunque sorge questo dilemma di comportamento…se paragonato ad una fede, ad un cammino comunitario. Appena ci si accorge di un risentimento siamone lieti, perché è come un male interno, prima non avvertito, che viene a galla. Questo deve anzitutto ricordarci che certe forme di opposizione, di risentimento, entrano in noi come all’impazzata, in momenti di agitazione, di sconvolgimento, tanto che neppure ce ne accorgiamo…oppure se ce ne rendiamo conto, subito legittimiamo quel fatto, lo collochiamo anche nei nostri doveri di religiosità, di giustizia. Alcuni passano la vita intera invischiati sempre in tali opposizioni, perché non sanno darsi altro livello superiore di amore. Invece i più, entrati in momenti di calma, di armonia con Dio, con se stessi, finalmente lo vedono crescere come una incongruenza, con quello che vivono e praticano nel cammino comunitario. Sorge allora l’esigenza di liberarsene quanto prima e chiarire tutto con il fratello, nella comunità. A costoro c’è da dire che è una cosa grande essersene accorti, in quanto la mela marcia è tolta dal cesto delle buone, basterà lasciarla andare con un gesto semplice, caso mai spingerla con un gesto deciso…e non riprenderla. Questo ci conferma che qualcosa dobbiamo fare da quando la mente è stata illuminata su quel male di animo. Non c’è da accorrere ad interrogare altri, forse anche la persona più saggia, per saperne di più. Neppure c’è da rammaricarsi come se si fosse stato il peccatore più grande di questo mondo. C’era una situazione che appena si avvertiva, c’è da esserne felici di essersene liberati. E’ normale allora che quelle parole, ascoltate nel nostro cuore: ”appena vi accorgete di avere un risentimento siate lieti di potervene liberare… siate felici che la vostra liberazione è vicina”, abbiano un riscontro immediato, e siano tangibili nella comunità. Questo renderà il nostro cuore limpido. Tutto ci dice che siamo in un bene che non deve essere contaminato. Se esistono delle situazioni flagranti, che a nostra insaputa giungono a macchiarci, se è entrato in noi il germe di avversione…e forse ci è stato insinuato da altri…il che fa male ad entrambi, malgrado tutto se il nostro cuore ama la verità, le azioni sincere, l’amore puro, è certo che Dio interverrà. Da tutto questo, in noi, con il prossimo, nella comunità, può aprirsi un nuovo dialogo, venire un’intesa fraterna…sviluppare un’azione o attività così sentita nella comprensione e confidenza, che ogni avversione non trova più consensi o sviluppo e nel cuore si sente realmente la pace di chi ci ha dato la vita.
ORA DOMANDIAMOCI
1- Quando avverti un risentimento verso qualcuno, pensi a liberartene?
2- Hai mai sperimentato la gioia di questa liberazione?
3- Questo problema pesa ancora sul tuo cammino di fede?