REGOLA DI VITA

Il Movimento di Laici per un Apostolato Itinerante, dopo lunghi anni di esperienza per essere maggiormente fedele, “con l’aiuto dello Spirito Santo e l’intercessione della Vergine Immacolata”, alla sua vocazione laicale e CARISMATICA, nell’intento di accrescere in modo significativo la sua presenza evangelizzante nella società, in comunione con la Chiesa universale e la Chiesa locale ove opera: sente l’esigenza di emanare la presente “Regola di vita” alla quale ogni appartenente può far riferimento previa adesione personale.

A LIVELLO PERSONALE

CAPITOLO 1

  1. L’Apostolo Itinerante si sente personalmente impegnato ad accrescere la sua comunione col Signore mediante l’approfondimento della Parola di Dio, i Sacramenti, la preghiera, la sua disponibilità nella vita comunitaria del Movimento, facendo tesoro delle Riflessioni di vita ed attuazione pratica che in essa vengono formulate e degli orientamenti pastorali degli Assistenti ecclesiastici.

  2. In quanto laico impegnato, l’Apostolo itinerante è chiamato a testimoniare il Cristo nella famiglia, nel lavoro, nella comunità di apostolato, nella società, in umiltà e fraternità secondo i dettami della carità usando discernimento nell’organizzare il proprio tempo in modo equilibrato per sé e per gli altri.

  3. Nei riguardi della preghiera, egli osserva l’impegno di recitare quotidianamente una corona di rosario e l’appuntamento comunitario.

  4. A livello personale, ognuno può prendere iniziative che siano in armonia con lo spirito e l’azione del Movimento.

  5. L’Apostolo Itinerante, quando è infermo, unisce la sua sofferenza a quella di Cristo a beneficio delle Missioni itineranti e dell’apostolato della Chiesa.

  6. Ogni appartenente coltiva nel suo cuore un particolare legame spirituale ed un sentimento di gratitudine verso i fratelli defunti che, con la loro opera nell’Apostolato, hanno trasmesso un patrimonio spirituale ricco di valori.

  7. Dio chiama i suoi figli a Sé mediante la comunità sacramentale dei credenti a cui dona lo Spirito di amore e di unità. L’appartenenza al Movimento è un particolare dono del Signore in vista del Risveglio di fede personale e per i fratelli.

A LIVELLO COMUNITARIO

CAPITOLO 2

  1. (8) Ogni assemblea è per fede una comunità di fratelli nella quale è presente il Cristo Risorto secondo la sua promessa.

  2. (9) L’atteggiamento di ognuno, nella comunità itinerante, è di umiltà, stima, rispetto reciproco e di “ascolto” che non è passivo ma costruttivo e stimolo di riflessione per una crescita comunitaria.

  3. (10) Ogni itinerante, quale cristiano, è figlio di Dio e apostolo, mette a servizio della comunità i doni dello Spirito Santo, comunicandoli ed esprimendoli nelle riunioni in forma di esperienze, di riflessioni, di quesiti che mirino ad approfondire la verità senza dare adito a polemiche.

  4. (11) Ogni Apostolo itinerante è moralmente impegnato nella partecipazione alla vita comunitaria mediante le riunioni settimanali, le missioni ed altre attività comunitarie, contribuendo anche, secondo le sue possibilità, alle spese che l’Apostolato sostiene.

  5. (12) Nel rapporto comunitario, ogni apostolo itinerante, nell’esercitare la correzione fraterna, è mosso esclusivamente dalla carità.

  6. (13) Spontanea e gioiosa è l’accoglienza che si riserva ai nuovi fratelli della Comunità. Ognuno deve infondere in essi, fiducia, coraggio ed entusiasmo.

  7. (14) Nel comunicare esperienze e nel recepire quelle altrui, l’Itinerante ha un atteggiamento improntato all’amore, all’umiltà, nella trasparenza della semplicità.

ANIMAZIONE DI CENTRI DELLA COMUNITÀ E NUOVI NUCLEI

CAPITOLO 3°

  1. (15) Espletando il suo servizio, l’animatore rispetterà le diverse mentalità o situazioni ambientali tenendo conto della specificità del gruppo (Centro di apostolato, Centro di preghiera o Nucleo parrocchiale).

  2. (16) L’Animatore avrà cura che il Centro o nucleo cresca secondo lo spirito dell’Apostolato Itinerante imprimendogli le caratteristiche proprie del Movimento.

  3. (17) Ogni Animatore svolge la sua catechesi adottando testi prescelti dalla Direzione spirituale dell’Apostolato in modo da dare continuità ed omogeneità alla formazione del Centro, uniformandosi comunque agli indirizzi generali.

  4. (18) L’Animatore cercherà anche di avviare il nucleo ad una certa autonomia e ad una comunione di spirito, di intenti e di indirizzi con tutto l’Apostolato.

  5. (19) L’Animatore avrà cura che lo spirito comunitario del nucleo cresca tenendo nella giusta considerazione le esigenze della Chiesa locale.

  6. (20)Eventuali problemi che possono sorgere nell’ambito dell’attività di apostolato, sono comunicati dall’Animatore alla Segreteria nazionale che li sottoporrà, secondo le competenze, al Consiglio o all’Assistente Nazionale.

  7. (20)Pur tenendo presenti le diversità tra le persone: di età, cultura, disponibilità, opinioni… egli (l’Animatore) eviterà che esse incidano negativamente sull’intesa fraterna ed incrinino lo spirito comunitario. Si adopererà facendo leva piuttosto su ciò che unisce, considerando le diversità come potenzialità complementari per un bene comune.

LE RIUNIONI

CAPITOLO 3°

(22) Le riunioni settimanali possono essere così articolate:

  • un momento di preghiera;

  • lettura di comunicati inviati dalla Segreteria nazionale;

  • approfondimento della S. Scrittura o di una Riflessione di vita;

  • comunicazione di esperienze significative;

  • organizzazione di iniziative e del volontariato;

di volta in volta di stabilirà di comune accordo a cosa convenga dare maggiore spazio e se inserire argomenti di attualità.

  1. (23) Tra i temi che verranno trattati nelle riunioni settimanali si considerino attentamente anche i problemi sociali della zona, avendo cura di conoscere quelle strutture sociali ivi operanti.

  2. (24) Nella programmazione di attività si devono tener presenti i fini della comunità, facendo in modo che ogni iniziativa sia il risultato di partecipazione e di ampio consenso.

  3. (25) È auspicabile un contatto per uno scambio di vedute ed esperienze con le altre organizzazioni operanti nella zona.

AZIONE MISSIONARIA ITINERANTE SENSIBILIZZAZIONE CAPILLARE D’AMBIENTE

CAPITOLO 4°

  1. (26) L’azione missionaria itinerante, oltre che nelle attività organizzate dal Movimento è svolta, da ogni appartenente, nella famiglia, nel mondo del lavoro, nella società agendo a mo’ di fermento secondo l’insegnamento del Vangelo.

  2. (27) L’Apostolo itinerante è portatore della pace di Cristo, di concordia e di equilibrio là dove è richiesta la sua opera.

  3. (28) Il Missionario presta il suo servizio gratuitamente e disinteressatamente.

  4. (29) L’Apostolo itinerante, partecipando ad una missione, ha il compito di “risvegliare la fede” mediante una testimonianza attenta, discreta e comunitaria.

  5. (30) Egli ricerca la sintonia ed agisce in armonia con i fratelli missionari affinché gli sforzi di tutti abbiano buon esito; è altresì animato da spirito di collaborazione in fase sia organizzativa che operativa.

  6. (31) Il Missionario dispone il suo cuore all’ascolto per meglio cogliere le difficoltà, le ansie, i problemi di chi incontra e, adeguandosi alla situazione, discerne come e quando innestare la proposta di fede, confortata dalla sua testimonianza, senza assumere atteggiamenti paternalistici, trionfalistici e presuntuosi.

  7. (32) L’itinerante impronta ogni dialogo ad una rigorosa onestà intellettuale e morale. Qualora si trovasse di fronte ad argomenti che non conosce, è preferibile confessare la propria ignoranza rinviando l’interessato a chi è maggiormente competente evitando di dare indicazioni o risposte sbagliate.

  8. (33) Con chi non ha fede, l’itinerante dialogherà su un piano di valori umani: la rettitudine, l’onestà, la fedeltà e la coerenza agli impegni presi con la famiglia, educazione dei figli, il rispetto verso il prossimo, non tralasciando, all’occorrenza, argomenti di attualità, quali la pace, la giustizia, la libertà.

  9. (34) A quanti hanno fede, egli propone con discrezione di fare qualche passo avanti per una migliore conoscenza e osservanza della Parola di Dio attraverso un cammino di fede comunitario con altri fratelli.

OPERE DI MISERICORDIA E VOLONTARIATO

CAPITOLO 5°

  1. (35) L’Apostolo Itinerante dedica parte del suo tempo per visite ad ammalati, carcerati (dove è possibile), anziani, ecc.

  2. (36) L’Apostolo Itinerante compie comunitariamente le Opere di Misericordia o il Volontariato ponendosi in atteggiamento di ascolto e la sua amorevole attenzione lo indurrà a rendere il suo servizio concreto ed adeguato alle necessità del sofferente.

  3. (37) Le visite individuali sono fatte secondo lo spirito dell’Apostolato in armonia col programma organizzato dalla comunità.

  4. (38) Ogni missionario, quale parte attiva nell’adempimento delle Opere di Misericordia compiute individualmente e comunitariamente, avrà cura che esse abbiano una adeguata verifica negli incontri di comunità, sia per sensibilizzarla sia per migliorare la sua opera.

  5. (39) L’osservanza in attuazione pratica della presente “Regola di Vita” sarà realizzata nella semplicità di cuore, aderendo, liberamente e volontariamente, allo spirito in essa espresso da tutta la comunità.
    Tale adesione quindi, non va intesa come un legame ad una legge esterna, bensì come risposta, personale e comunitaria, umile e riconoscente, al Signore per aver ricolmato la Comunità di apostolato e ciascuno, del suo amore.

Contatti

sede

 Via dei Reti 20, 00185 Roma     

(+39) 3394462083 Eugenio

 

PER  INFORMAZIONI E RICHIESTE DI PREGHIERE

    Copyright © 2022. All Right Reserved